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Andamento del PM10 nel nord Italia nell'ultimo decennio

Pubblicato

25 Aprile 2024

Tempo di lettura:

4 minuti

I dati CAMS - Copernicus Atmosphere Monitoring Service - sono il perno su cui ho incentrato l'analisi che segue in cui mi sono concentrato sull'andamento PM10 nel nord Italia dal 2013 al marzo 2024.

Sommario

Il PM10 è purtroppo un inquinante noto a quasi tutti e non mi soffermerò a parlarne.

L'intera analisi l'ho fatta usando Python, appena posso scriverò un altro articolo approfondendo gli aspetti di sviluppo che mi hanno consentito di effettuare l'analisi.

Ma torniamo ai dati. Come scrivevo poco su, ho usato i dati del CAMS, in particolare gli air quality reanalyses e gli air quality forecasts. I primi fanno riferimento ad una finestra temporale che va dal 2013 al 2022, sono suddivisi su base mensile con rilevamento orario; c'è quindi una copertura di 24h per ogni giorno di ogni mese. Vengono revisionati integrando i dati dell'EEA - European Environment Agency - circa due volte l'anno per ogni nuovo anno pubblicato(a breve sarà quindi dispoinibile l'intero 2023). I secondi invece sono dati che coprono una finestra mobile triennale, in pratica ad oggi(data di pubblicazione di questo articolo) è possibile andare indietro nel tempo fino a aprile 2021. Entrambi i set di dati hanno una risoluzione spaziale di 10km/px circa alle nostre latitudini (0.1°) ed una "risoluzione" altimetrica che va da 0 a 5.000m; non coprono però tutta la colonna d'aria ma vanno di step di quota. Per questo articolo mi sono limitato alla quota 0 metri ed ho usato i dati in Ensemble median Model per entrambi i set di dati. Il PM10 non è però il solo inquinante monitorato, è possibile trovare infatti anche PM2.5, CO, O3 ed altri inquinanti. 

Il focus è il nord Italia ed in particolare la Pianura Padana soprattutto in virtù delle notizie allarmanti di fine febbraio scorso. La mappa che segue mostra la popolazione totale per Provincia relativa ai dati del censimento completo della popolazione del 2011.

Quadro normativo

Il D.Lgs.155/2010(e modifiche del D.Lgs. 250/2012), recependo la Direttiva 2008/50/CE, istituisce un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente finalizzato a:

  1. individuare obiettivi di qualità dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso;
  2. valutare la qualità dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale;
  3. ottenere informazioni sulla qualità dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonché i miglioramenti dovuti alle misure adottate;
  4. mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi;
  5. garantire al pubblico le informazioni sulla qualità dell'aria ambiente;
  6. realizzare una migliore cooperazione tra gli Stati dell'Unione europea in materia di inquinamento atmosferico.

Vengono quindi istituiti valori limite che per l'inquinante in questione sono i seguenti(fonte: ARPA Toscana):

Inquinante Limite Periodo di mediazione Limite Superamenti in un anno
PM10 (µg/m3) Valore limite sulle 24 ore per la protezione della salute umana Media giornaliera 50 µg/m3 massimo 35
Valore limite annuale per la protezione della salute umana anno civile 40 µg/m3  

Giorni di sforamento del limite di PM10

Nell'immagine che segue sono riportati i giorni di sforamento annuale del limite imposto dalla normativa.

Le province con il maggior numero di sforamenti risultano essere quella di Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza e Padova. Sono aree che, purtroppo, hanno visto un aumento degli sforamenti dal 2021 in poi(post lockdown) e si può notare un netto aumento degli sforamenti tra il 2022 ed il 2023. Probabilmente anche il 2024 sarà un anno con sforamenti visto che a marzo quasi tutte hanno raggiunto/sforato il limite. Da monitorare sono anche le province di Rovigo e Verona che, pur rimanendo quasi sempre sotto il limite, hanno visto uno sforamento lo scorso anno che molto probabilmente verrà confermato alla fine di quest'anno. 

Cumulo annuale

Nell'analizzare i dati mi sono chiesto quale fosse l'accumulo annuo di PM10 ed anche qui i dati non sono confortanti.

Il cumulo maggiore è nelle province di Brescia, Cuneo e Torino. Mi sarei aspettato di ritrovarmi le stesse province del conteggio degli sforamenti.

Conclusioni

Grazie ai dati open sono riuscito a condurre questa analisi, va fatto un plauso alla Comunità Europea per il costante impegno nel programma  Copernicus.

Mi ha molto colpito il fatto che è davvero evidente come dal post lockdown per il COVID ad oggi gli sforamenti siano tornati ad aumentare e trovo altrettanto interessante il fatto che le province "affette" siano sempre le stesse dall'inizio delle misurazioni, sono anche quelle più popolose tra l'altro. In quei territori, probabilmente, dovrebbero essere riviste le politiche relative alla gestione degli inquinanti; andrebbe anche analizzata la presenza di industrie oltre che di traffico veicolare. Vista la forte presenza di popolazione sono indotto a pensare, però, che i primi responsabili di questi sforamenti siano gli impianti domestici di riscaldamento e produzione di acqua calda; andrebbe fatta una verifica anche in tal senso avendo dati a disposizione.

Perchè ho voluto considerare anche il cumulo di PM10? Lavoisier un giorno disse: "In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasfroma". Dai dati analizzati le province di Cuneo e Torino hanno prodotto nel 2023 ben 10 g/m3 di PM10, ma l'inquinante non è che sparisce, non si resetta il conteggio ogni anno. Facendo finta che non ci sia circolazione di correnti, quindi facciamo finta che non esiste il vento e tutti gli altri fattori atmosferici che consentirebbero ad una particella di PM10 di spostarsi dal punto di emanazione, avremmo che sul territorio che ha prodotto l'inquinante si accumulerebbero costantemente quantità dello stesso che andranno in parte assorbite dalle piante in parte, purtroppo, saranno in qualche maniera assorbite dagli abitanti. Quest'ultimo aspetto è quello che più mi interessa. A quanto si attesta la spesa sanitaria pubblica per ogni g/m3 di PM10 assorbito dalle persone? 


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