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I BIG Data che non ti aspetti

Pubblicato

26 Maggio 2019

Tempo di lettura:

2 minuti

Da anni si parla di Big Data e della loro importanza, in questo articolo voglio parlarvi di Big Data potenzialmente strategici che troppo spesso vengono sottovalutati.

 

I primi a capire l’importanza dei Big Data sono state quelle società come Google, Microsoft, Tom Tom. Hanno avuto lungimiranza sapendo investire in questo settore, più nello specifico per quel che ci riguarda, in quello dei Geodata quando ancora non era ben chiara la loro importanza. La P.A. invece è rimasta ferma al palo. Ad esempio nel Nuovo Codice della Strada, l’articolo 13, comma 7 recita:

Gli enti proprietari delle strade sono tenuti ad effettuare rilevazioni del traffico per l'acquisizione di dati che abbiano validità temporale riferita all'anno nonché per adempiere agli obblighi assunti dall'Italia in sede internazionale

Ed ancora, l’articolo 227 fa esplicito riferimento all’obbligatorietà di tale monitoraggio.

 

Vi risulta, ad oggi, che il monitoraggio venga effettuato?

 

Capisco le problematiche generate dal taglio dei fondi che la P.A. ha dovuto affrontare nel corso degli anni ma la stessa P.A. quotidianamente raccoglie dati, forse senza nemmeno accorgersene, che potrebbero essere sfruttati come volano di crescita per questo Paese.

 

Mi metto nei panni del professionista che è stato incaricato dall’amministrazione comunale di redigere il piano del traffico(art.36 del Codice della Strada). Il suo primo problema è la raccolta dei dati utili a determinare tutti i suoi ragionamenti. Se non ha dati sui flussi per quel territorio potrebbe provare a costruirseli raccogliendo i dati relativi alla distribuzione degli utenti delle scuole comunali di ogni ordine e grado. Le scuole sono sicuramente tra i “generatori” di flussi di traffico di un territorio ed i loro utenti sono schedati, almeno annualmente, considerando anche l’indirizzo. Con un’analisi dei percorsi è possibile individuare le strade che sono più interessate da questa tipologia di flussi per verificare la fattibilità di un pedibus, di un bicibus o dell’istituzione di una navetta comunale. Con gli uffici pubblici potrebbe fare lo stessa cosa valutando così la fattibilità del carpooling. Per le attività commerciali potrebbe usare i dati dell’ufficio commercio effettuando un’analisi similare a quella effettuata per le scuole.

 

In questo modo andrebbe a costruire una banca dati geografica che potrà essere integrata, nel momento in cui l’amministrazione comunale decidesse di investire nel monitoraggio dei flussi, nella banca dati dei monitoraggi dei flussi stradali. Queste informazioni, una volta rimossi i dati sensibili, potrebbero essere rese pubbliche rendendo possibile su quel territorio la creazione di nuovi livelli di servizio. Senza contare che queste informazioni concorrerebbero alla creazione di un sistema di mobilità a scala comunale che ingloberebbe anche i dati delle aziende del trasporto pubblico. Con il tempo, il consolidarsi di questa banca dati, consentirà la raccolta di informazioni sulla mobilità molto più accurate rispetto ai dati raccolti ed elaborati ad esempio da Google con il sistema Google Traffic, senza dover riversare sul contribuente il costo dell’acquisto dei dati sui flussi, ma sfruttando dati che sono già raccolti quotidianamente e pagati con le nostre tasse.


Originariamente pubblicato su GeoMedia del 6 marzo 2019


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