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Estensione dei centri abitati dal 1991 al 2011

Pubblicato

12 Marzo 2023

Tempo di lettura:

2 minuti

Lo scorso 2 febbraio ISTAT ha pubblicato i dati provvisori del censimento completo della popolazione per l'anno 2021. Sono i dati legati alle celle censuarie che vengono aggiornati con cadenza decennale a partire dal 1991 e che ISTAT chiama "BASI TERRITORIALI E VARIABILI CENSUARIE".

Sulla scia di questa ottima notizia ho deciso di riprendere il lavoro sul package Python che stavo sviluppando e che userò(ma spero di non essere il solo!) per scaricare in automatico i dati dei censimenti e per farne un primo preprocessamento. Attualmente la libreria è in pre-release in versione 0.2.2 e puoi trovarla qui.

Con questo articolo voglio fare con te una riflessione legata all'andamento del parametro "centro abitato" censito da ISTAT fin dal 1991. Per il nostro istituto di statistica i centri abitati sono:

Aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e simili, o comunque brevi soluzioni di continuità caratterizzato dall’esistenza di servizi od esercizi pubblici (scuola, ufficio pubblico, farmacia, negozio o simili) che costituiscono una forma autonoma di vita sociale e, generalmente, anche un luogo di raccolta per gli abitanti delle zone limitrofe in modo da manifestare l’esistenza di una forma di vita sociale coordinata dal centro stesso. 

Estraendo questo dato dalle celle censuarie è possibile andare a verificare l'estensione del centro abitato e confrontarla con la stessa per gli anni di censimento successivi. A dire la verità ci sono anche altri parametri nella colonna "TIPO_LOC" da cui ho estratto i centri abitati: nucleo abitato, case sparse e dal 2001 anche località produttiva; io mi sono voluto concentrare per il momento solo sui centri abitati.

Facendo una aggregazione a scala regionale dei dati, il risultato è il seguente.

Ho ordinato i dati per andamento decrescente rispetto al 2011, si nota che in quasi tutte le regioni italiane è aumentato, anche consistentemente, il centro abitato e quindi l'impermeabilizzazione dei suoli. Vale la pena ricordare che viviamo in un Paese idrogeologicamente fragile. Da quello che vedo gli incrementi si sono avuti proprio in quelle regioni che sono a maggior rischio e di cui, nemmeno a farlo apposta, ho parlato quasi un anno fa con nell'articolo "Le aree a maggior rischio di alluvione in Italia".

Se guardiamo il grafico di confronto tra gli anni abbiamo un quadro evidentemente impietoso.

Se si prendono in considerazione i capoluoghi di Regione delle cinque regioni per maggior rischio allunvione di cui ho parlato nell'articolo che ho indicato precedentemente, la situazione non è per niente positiva.

Il dato in tabella è sempre in chilometri quadrati e l'incremento, sia netto che percentuale, è relativo al confronto tra il 1991 ed il 2011.

Per dare un'idea più chiara, 1 campo da calcio è circa un ettaro, 1 chilometro quadrato è pari a cento ettari, quindi a circa 100 campi da calcio. A Milano quindi è come se sono stati costruiti dal 1991 al 2011 1.600 campi da calcio.

In coerenza con i colori del grafico precedente, nelle immagini che seguono, in blu è visibile l'area relativa al 1991, in arancione gli incrementi al 2001 ed in grigio quelli al 2011.

Esposti i dati, la domanda che mi frulla per la testa e di cui non so se avrò risposta è: l'incremento di superficie urbana in queste città, ma vale per tutto il territorio italiano, ha portato in parallelo ad un incremento dei servizi al cittadino non solo in numero ma anche in qualità?

 

 

 


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